Giovedì 09 Maggio 2024
Al centro del contenzioso l'attività dello stabilimento, adesso oggetto di un'altra lite


Savoca, dopo 18 anni il Tar rigetta due ricorsi sulla cava per l'estrazione di gneiss

di Andrea Rifatto | 10/04/2023 | ATTUALITÀ

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Lo stabilimento di contrada Fontanelle

In attesa della sentenza del Cga di Palermo sulla controversia tra Comune e “Sicobit”, dopo il rinvio dell’udienza del 23 marzo per trovare un accordo ed evitare che gli operai rimangano senza lavoro con l’eventuale chiusura per assenza delle autorizzazioni ambientali e urbanistiche dello stabilimento che produce conglomerati bituminosi, arriva un verdetto che mette un punto fermo ad una vicenda risalente al 2005. Il Tar di Catania ha infatti rigettato due ricorsi relativi alle attività svolte nella cava “Mandrazzi” in contrada Fontanelle, destinata all’epoca all’estrazione di gneiss, presentati dalla “Geico Srl” (poi subentrò la “Sicobit”) contro il Comune, la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali di Messina, gli Assessorati regionali Industria, Territorio e Ambiente, Agricoltura e Foreste, il Corpo regionale delle Miniere-Distretto minerario di Catania e l’Agenzia del Demanio (non costituita in giudizio). Il caso riguardava la richiesta di annullamento del provvedimento di sospensione dell’attività estrattiva adottato nel 2005 dal Comune per varie motivazioni (potenziale sconfinamento relativamente alla distanza minima di 500 metri dal centro abitato e lavori di sbancamento della dorsale di un costone roccioso) e atti emanati da altri enti, compresa la decisione assunta da una conferenza di servizi del 2005, oltre alla richiesta di risarcimento danni nella misura non inferiore a 25mila euro per ogni giorno di sospensione dell’attività. 

I giudici della Seconda Sezione hanno deciso che i ricorsi non possono essere accolti “non sussistendo interesse alla definizione della domanda annullatoria per avere la sospensione esaurito i propri effetti (la “Geico” ha precisato che l’attività di coltivazione - che per il Comune non si è mai interrotta - sarebbe ripresa successivamente alla sentenza del Tar del 2010) e per essere infondata la domanda risarcitoria, così comunque non residuando interesse all’accertamento dell’illegittimità dell’atto che avrebbe causato il danno”. Sulla domanda risarcitoria non vi è comunque “documentazione probatoria per dimostrare la quantità di materiale estratto in media ogni mese, gli ordinativi non soddisfatti a causa della sospensione, la percentuale di utile in rapporto ai ricavi ed altri dati”. La sentenza ha stabilito la compensazione delle spese tra le parti. La “Geico” è stata difesa dagli avvocati Giuseppe Sciuto e Andrea Scuderi, il Comune di Savoca dall’avvocato Stefano Principato.


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