Giovedì 09 Maggio 2024
La struttura finanziata dalla Regione rimane senza gestore e si rischia di perdere i fondi


Santa Teresa, Centro di aggregazione chiuso da due anni: nessuna traccia del terzo bando

di Andrea Rifatto | 14/01/2024 | ATTUALITÀ

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Lavori completati a gennaio 2022 ma cancelli sbarrati da allora

Da due anni è pronto per essere utilizzato ma rimane chiuso, perchè non c’è nessuno che possa aprirlo. E di questo passo si fa sempre più alto il rischio che venga revocato il finanziamento che ha permesso di farlo nascere. Il centro diurno educativo e di aggregazione per minori “Imparare per crescere” di Santa Teresa di Riva, realizzato nell’immobile di via Vittorio Emanuele Orlando che fino al 2009 ha ospitato la caserma della Guardia di Finanza, prima di essere acquistato nel 2015 dal Comune al prezzo di 407mila euro, è pronto da gennaio 2022 ma rimane sbarrato e non può essere utilizzato da due comunità, visto che il finanziamento da 473mila 424 euro concesso dalla Regione sui fondi europei del Po-Fesr 2014-2020 (cofinanziato dal Comune con 43mila euro) prevede la gestione in forma associata con il Comune di Sant’Alessio Siculo. Le due gare d’appalto bandite finora per individuare un operatore capace di gestire il centro sono andate deserte e della terza annunciata più volte non vi è ancora traccia: “Stiamo predisponendo un nuovo avviso cercando di modificare alcuni parametri e con margini differenti - ha detto il 30 novembre il sindaco Danilo Lo Giudice - al fine di riuscire a raggiungere questo ulteriore obiettivo e poter così destinare questo immobile alla piena fruizione di bambini e ragazzi dai 4 ai 18 anni. Questa volta contiamo di riuscirci e siamo fiduciosi che potremo così concludere il lungo iter avviato qualche anno addietro”. Fino ad oggi, però, nessun nuovo avviso. 

Dal primo al secondo bando il Comune ha dimezzato l’importo minimo del canone di gestione da 24mila a 12mila euro per ciascuno dei tre anni, ma secondo l’Amministrazione ciò che rende poco appetibile l’operazione sono i costi di gestione, che non spingono gli enti del terzo settore ad interessarsi all’affidamento del centro, basato su una concessione dal valore di 352mila 800 euro: il piano di gestione messo finora a bando, stilato prima della pandemia, prevede costi di erogazione dei servizi per 33mila 600 euro annui, oltre a 76mila 800 euro per le risorse umane fisse (un responsabile coordinatore) e a prestazione (assistente sociale, due educatori e infermiera) per 16.800 prestazioni annue nei confronti di 70 minori, per un prezzo medio di 7 euro e un fatturato totale annuo di 117mila 600 euro. L’allungarsi dei tempi mette a rischio il finanziamento regionale: il bando prevedeva che “in caso di affidamento a terzi, il Comune dovrà individuare il soggetto gestore prima dell’erogazione del saldo, pena la revoca del beneficio e il recupero delle somme erogate” e l’operazione doveva concludersi entro 15 mesi, ampiamente superati. Finora la Regione ha erogato un’anticipazione da 86mila 077 euro (ottobre 2021) e il primo pagamento intermedio da 209mila 038 euro (marzo 2022): per ottenere il saldo bisogna dimostrare che l’operazione è attiva e funzionante, allegando i collaudi e la documentazione relativa alla procedura di affidamento del servizio e il contratto/convenzione registrato, stipulato con il soggetto affidatario. Ma del gestore finora non c’è traccia.


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