Giovedì 09 Maggio 2024
Contestato il superamento di due valori. Per l'impianto previsto un mutuo da 890mila euro


Santa Teresa, acque inquinate in mare dal depuratore: l'Arpa sanziona gestore e sindaco

di Andrea Rifatto | 25/04/2022 | ATTUALITÀ

1557 Lettori unici

L'impianto manifesta da anni diversi problemi

Genera nuove grane il depuratore fognario di Santa Teresa di Riva, utilizzato anche dal comune di Savoca. In municipio, infatti, è giunto un mese fa dall’Arpa di Messina un verbale di accertamento e di contestazione dell’illecito amministrativo per il superamento di due valori nelle acque scaricate in mare, fissati dalla legge e dall’autorizzazione allo scarico rilasciata nel 2018 dalla Regione. Nel documento, inviato alla ditta “Envi.Se.P Srl” di Catania che gestisce l’impianto, al sindaco Danilo Lo Giudice e alla Direzione Ambiente della Città metropolitana, oltre che per conoscenza agli Assessorati regionali dell’Energia e dei Servizi di pubblica utilità e Territorio e Ambiente, al sindaco e all responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Savoca, viene evidenziato il superamento del valore limite di emissione per il parametro Escherichia coli (con un dato ben 42 volte superiore al massimo consentito) e per il Cod (richiesta chimica di ossigeno). A seguito degli esiti analitici relativi al campione prelevato in uscita dall’impianto di depurazione di contrada Catalmo, in occasione dei controlli svolti il 24 e 25 gennaio, è stata dunque rilevata l’inosservanza dell’articolo 133 comma 1 del Decreto Legislativo 152/2006 (Testo unico Ambiente), come accertato dai risultati analitici dei campioni prelevati per il superamento di due parametri: il batterio fecale Escherichia coli pari a 210.000 UFC/100 ml, rispetto al limite di accettabilità di 5.000 UFC/100 ml, mentre il Cod era pari a 155 +/-23 mg/l di O2, rispetto al limite di 125 mg/l di O2. Per tali superamenti, ha fatto presente l’Arpa, è prevista una sanzione amministrativa pecuniaria da 3mila a 30mila euro e sono chiamati a risponderne come trasgressore il legale rappresentante della ditta, il professor Riccardo Maggiore, e come obbligato in solido il sindaco Danilo Lo Giudice. Per la violazione riscontrata non è ammesso il pagamento in misura ridotta e sarà onere dell’ente competente, ossia la Città metropolitana di Messina, definire l’ammontare della sanzione. Agli interessati sono stati concessi 30 giorni per presentare scritti difensivi e documenti alla Città metropolitana e per chiedere di essere sentiti. 

Dunque secondo quanto accertato dai tecnici dell’Agenzia regionale per l’ambiente sono finiti in mare reflui fognari non adeguatamente depurati. Ai sopralluoghi del 24 e 25 gennaio i tecnici dell’Arpa hanno notato che misuratori delle portate in ingresso e in uscita non erano connessi con il campionatore e che i reflui in ingresso, a causa dell’elevata portata, si riversavano in entrambi i canali di grigliatura e riempiendo gli stessi traboccavano oltre le paratie e si riversavano sul pavimento limitrofo alla zona di arrivo. Il dottor Francesco Scarcella dell’Ufficio tecnico comunale ha fatto presente che le portate di quel giorno erano dovute alla mancata realizzazione dello scolmatore di piena del comune di Savoca, non ancora esistente per problemi di natura autorizzatoria. Inoltre è stato fatto presente che il progetto esecutivo di rifunzionalizzazione ed efficientamento dell’impianto di depurazione è già stato approvato in attesa dell’accensione di un mutuo per la realizzazione degli interventi. Mutuo per un importo di 890mila euro inserito nel bilancio di previsione 2022 approvato nei giorni in Consiglio comunale. I revisori dei conti hanno verificato che l’operazione di investimento sia accompagnata dall’adozione di un piano di ammortamento di durata non superiore alla vita utile dell’investimento e duque è arrivato il via libera al prestito, la cui accensione dovrà essere deliberata successivamente. Problemi analoghi erano stati accertati da Arpa e Guardia di Finanza anche a luglio 2019, quando erano stati riscontrati valori di Escherichia coli 9 e 23 volte superiori al limite consentito ed erano poi seguite due sanzioni notificate il 6 e il 22 agosto. Nel 2020, dopo un controllo effettuato il 30 giugno, l’Arpa aveva invece riscontrato “un certo miglioramento del processo depurativo” rispetto alle verifiche del 24 febbraio dello stesso anno, confermato dai risultati analitici del refluo in uscita, visto che tutti i parametri mostravano valori entro i limiti autorizzativi. L’Agenzia aveva però rilevato difformità per il parametro Escherichia coli, viso che i valori di concentrazione comunicati dal Comune risultavano inferiori, di parecchi ordini di misura, rispetto a quelli riscontrati da Arpa: ad esempio il 24 febbraio 2020 per il laboratorio incaricato dal Comune il valore era di 500 UFC/100 ml mentre per Arpa, lo stesso giorno, di 196.000 UFC/100 ml, così come il 13 giugno di 30 UFC/100 ml contro i 4.600 UFC/100 ml del 30 giugno del laboratorio dell’Agenzia.


COMMENTI

Non ci sono ancora commenti, puoi essere il primo.

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.