Martedì 16 Aprile 2024
Spiacevole episodio per una famiglia, che ha fatto l'amara scoperta nei giorni scorsi


S. Teresa, vanno al cimitero e non trovano la cappella: l’ha demolita il Comune

di Andrea Rifatto | 14/04/2018 | ATTUALITÀ

5610 Lettori unici | Commenti 4

L'area dovo sorgeva la cappella

Andare al cimitero per fare visita ai propri cari e non trovare più la cappella funeraria in cui sono custoditi. È accaduto a una famiglia di S. Teresa di Riva, che nei giorni scorsi ha fatto l’amara scoperta tra lo smarrimento generale. Giunti al camposanto centrale, i parenti dei defunti si sono infatti trovati davanti a una gettata in cemento con sopra soltanto il cancello in ferro che chiudeva la loro cappella privata, con indicato il nome della famiglia di appartenenza. Chiesti lumi al Comune, amministratori e funzionari dell’Ufficio tecnico hanno spiegato come la struttura fosse stata demolita qualche mese prima nel corso delle programmate operazioni di estumulazione, in quanto era sopraggiunta la dichiarazione di decadenza della concessione poiché nessuno aveva ripristinato le condizioni di decoro igienico-sanitario ed eliminato il pericolo per la pubblica incolumità. Così le salme, insieme ad altre che hanno subito l'estumulazione, sono state rimosse dopo l’intervento di un’impresa funebre del posto e collocate nell’ossuario, con la successiva demolizione del manufatto, di cui non ne è rimasta alcuna traccia se si esclude il cancello in ferro.

Il Comune ritiene di aver operato correttamente in quanto si è basato su un elenco stilato nel novembre 2012 dall’Ufficio tecnico, in cui sono state inserite le aree cimiteriali da sottoporre a procedimento di decadenza delle concessioni per la sepoltura privata. In quel provvedimento l’allora dirigente dell’Ufficio, il geometra Francesco Cisto, inserì due elenchi, denominati allegati A e B. Il primo relativo alle aree nella piena disponibilità del Comune, in quanto risultava scaduta la concessione, che ha durata di 99 anni, e dunque su di essere era possibile intervenire immediatamente con le estumulazioni ordinarie e le demolizioni; il secondo con le aree per le quali era possibile avviare il procedimento di decadenza della concessione perche giudicate in stato di abbandono e incuria, senza lapidi, portafiori, parti decorative: circostanze ritenute una conferma dell’assenza di soggetti interessati, ossia familiari ed eredi. Così quegli elenchi, allegati al provvedimento n. 1057 del 16 novembre 2012 denominato “Avviso di dichiarazione di immediata disponibilità delle aree e di diffida ad intervenire per il ripristino delle sepolture in abbandono”, vennero pubblicati all’albo on-line e sul sito internet istituzionale per 30 giorni, nonché all’albo cimiteriale per un anno. Il Regolamento di Polizia mortuaria prevede infatti che in caso di sepoltura privata abbandonata per incuria il Comune può provvedere alla rimozione previa diffida ai componenti della famiglia del concessionario, da farsi anche per pubbliche affissioni.

Così lo scorso 17 novembre il sindaco Danilo Lo Giudice ha firmato l’ordinanza n. 126 richiamando il provvedimento del 2012 e scrivendo come “l’avviso di dichiarazione di immediata disponibilità delle aree e di diffida ad intervenire per il ripristino delle sepolture in stato di degrado ed abbandono è stato pubblicato nei tempi e nei modi previsti ed è stata data inoltre ampia ed adeguata pubblicità anche a mezzo comunicato stampa” e che a seguito di tale avviso non sono pervenute osservazioni in merito alle tombe in oggetto, né è stato possibile, da parte dell’Ufficio, identificare le salme tumulate e gli eventuali eredi ancora viventi per la mancanza di registri delle sepolture relativi all’epoca”, aggiungendo come “trascorso inutilmente il termine assegnato per il ripristino delle condizioni di decoro della tomba si può procedere alle operazioni di estumulazione ordinaria delle salme tumulate nelle tombe di cui all’allegato elenco B”.

Ma di quella cappella situata nella parte vecchia del cimitero non vi è traccia nell’allegato B del 2012 con il nome riportato sul cancello, che poteva essere scritto nel provvedimento dell’Ufficio tecnico in quanto facilmente leggibile. Dunque gli eredi, che sembrerebbe come già da tempo avessero pensato di intervenire per restaurare il manufatto, non potevano sapere che correvano il rischio di vederselo demolito. “I loculi erano aperti, in pessime condizioni, e abbiamo proceduto secondo quanto previsto dalle regole – dice il sindaco Lo Giudice – e dovrebbero esserci elenchi successivi a quello del 2012”. All’albo pretorio, però, non risultano pubblicati altri documenti dopo quello citato. La famiglia, certa anche del fatto che la cappella fosse stata edificata nel 1925 e non avesse ancora 99 anni, ritiene di aver subito un torto in quanto non è stata mai avvisata del rischio di demolizione per motivi di pericolo e sta valutando se agire a tutela dei propri interessi.


COMMENTI

massimo | il 15/04/2018 alle 15:34:09

Questo bravo sindaco applica le Legge , anche per questo non lo dobbiamo contestare , Giusto chiedo caro sig Sindaco per lei e tutto regolare che l'azienda gestore dei lavori del Metano . diciamo dopo un Anno sta provvedendo adesso a ripristinare le strade , rimaste incomplete , ed un cittadino che ha una cappella in scadenza di contratto gli viene demolita , Bene se questa e la democrazia che volete garantire con il vostro movimento , Poveri noi tutti al servizio .

Cittadino Osservatore1 | il 15/04/2018 alle 15:40:45

L'affare Cimitero centro a Santa Teresa rappresenta un fallimento per tutte le amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1995 al 2018. Il caso di cui sopra non è l'unico, negli ultimi 5 anni, tanti santateresini hanno avuto la stessa esperienza dei signori di cui sopra, tante salme sono state estumulate qualche anno prima della scadenza dei 99 anni e senza comunicare alcunchè! Solo adesso ne parla la stampa. E' vero, nel cimitero è necessario trovare nuove soluzioni per sopperire al bisogno continuo di loculi, ma diamine, che mandino una raccomandata ai proprietari delle tombe con concessione in scadenza!!! Le bollette di pagamento delle luci perpetue arrivano ai cittadini con svizzera precisione! Non può farsi altrettanto quando si avvicina la scadenza dei 99 anni della concessione? Tanti piccoli particolari che dimostrano il progressivo fallimento di un'amministrazione che continua a dimostrare scarso rispetto per i Cittadini!

fausto parra | il 16/04/2018 alle 13:22:53

Un tempo relegata tra i peccati mortali, la “superbia” era considerata il peggiore dei vizi capitali e per questo circonfusa dal biasimo nella deplorazione della stessa. Ma i tempi cambiano… E quando non si ha altro da offrire se non la propria immagine nel culto grandioso del sé, essendo l’apparire di gran lunga più preponderante dell’essere (fermo restando l’avere), la Superbia finisce un po’ col diventare quasi un valore aggiunto nell’ambito di una distorsione persistente elevata a comportamento condiviso. Nelle sue manifestazioni esteriori più eclatanti, lo chiamiamo “disturbo narcisistico della personalità”. A guardare le vacue e querule figure che si agitano negli spazi mediaticisantateresoti, ed in quei teatrini dove si esibiscono i figuri di una politica ridotta a soubrettismo declamatorio, la Superbia (nel narcisismo patologico che ne sottende l’essenza) sembra essere il tratto distintivo che, al di là delle appartenenza di facciata, accomuna segue......

fausto parra | il 16/04/2018 alle 13:23:40

.......segue: mA guardare le vacue e querule figure che si agitano negli spazi mediatici, ed in quei teatrini dove si esibiscono i figuri di una politica ridotta a soubrettismo declamatorio, la Superbia (nel narcisismo patologico che ne sottende l’essenza) sembra essere il tratto distintivo che, al di là delle appartenenza di facciata, accomuna tutti i nuovi protagonisti della compagnia di giro per un disturbo universalmente condiviso. E pur tuttavia, dietro ad ogni narcisista ribollito nella sua superbia, c’è sempre un ruffiano che lo fa sentir speciale…

Lascia il tuo commento

Dichiaro di aver preso visione dell'informativa privacy ai sensi del D.Lgs. n. 196/2003.