Martedì 16 Aprile 2024
Otto comuni per voltare pagina. Assente S. Teresa di Riva. E arrivano partner importanti


Parco Valle d’Agrò, via libera alla fase operativa

di Andrea Rifatto | 28/09/2014 | ATTUALITÀ

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Verso la costituzione di un nuovo ente

Sotto le ardue geometrie delle cupole dell’abbazia arabo-normanna dei santi Pietro e Paolo d’Agrò di Casalvecchio Siculo, che ha ospitato una due giorni di studi dedicata all’analisi delle proposte e delle idee collettive per un nuovo modello di sviluppo sostenibile, che seguendo il tracciato del recupero dell’identità storica e territoriale, possa concretizzarsi nella nascita del Parco dell’Agrò, ad uscire vincitrice è la condivisione di un progetto che punta a coinvolgere nove comuni della vallata, Casalvecchio Siculo (centro capofila), Antillo, Forza d’Agrò, Furci Siculo, Limina, Roccafiorita, Savoca, Sant’Alessio Siculo e S. Teresa di Riva, che però non ha partecipato ai dibattiti di questi giorni. Ciò non costituisce comunque alcun ostacolo all’iniziativa, in attesa che il comune rivierasco possa decidere di unirsi in seguito. Notevolmente soddisfatto il sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Saetti, che un anno fa ha voluto fortemente lanciare la proposta Parco dell’Agrò con la costituzione di un tavolo tecnico che potesse mettere nero su bianco diverse idee. Oggi è arrivato il via libera da parte dei colleghi degli altri comuni, decisi a non tornare indietro ma a guardare a nuove forme di condivisione dei beni del territorio, nell’ottica di creare un'offerta forte e competitiva.

Il ruolo centrale dell’Abbazia casalvetina. Collaborazione da parte di Lions e associazioni
Si è iniziato sabato con il convegno “Identità storica e territoriale della Valle d’Agrò”, organizzato dal Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò guidato dall’architetto Ketty Tamà, che per l’occasione ha aperto l’anno sociale del Club sviluppando il tema di studio distrettuale “La nostra storia: cultura, tradizioni e risorse. Conosciamoli! Potenziali veicoli per una rinnovata crescita sociale ed economica”. La presentazione del volume “Il monastero basiliano dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo d’Agrò-Mille anni di storia nella Valle d’Agrò” dell’avv. Carmelo Puglisi di Sant’Alessio Siculo ha costituito un momento importante in cui è stata ripercorsa la storia della vallata e in particolare dell’abbazia casalvetina. “Nessuna progettualità relativa alla valle, intesa come sistema culturale ed antropico e non solo come mero aggregato di piccole realtà locali – ha esordito Ketty Tamà dinanzi ad una folta platea costituita dalle massime cariche lionistiche, da autorità civili e religiose del comprensorio e dai rappresentanti di diverse associazioni – può prescindere dalla conoscenza e dalla consapevolezza del territorio, della sua storia e della sua identità. I Lions hanno ritenuto di dover prendere parte attiva nell’istituendo Parco dell’Agrò perché rientra proprio tra gli scopi del Lionismo partecipare attivamente al benessere civico, culturale, sociale e morale della comunità. Il mio sogno – ha auspicato il presidente del Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò – è che Comuni, istituzioni, associazioni e cittadini, così come i muqarnas permettono alle cupole che ci sovrastano di mantenere un equilibrio stabile grazie ad una perfetta graduazione dei pesi, possano trovare la quadra per sorreggere saldamente e spingere verso la luce il progetto del Parco”.

Da sinistra: Barletta, Terranova, Giacona, Tamà, Saetti, Puglisi, Moschella


L’opportunità di utilizzare i beni culturali e ambientali come veicolo di crescita del territorio è stata ribadita dalla prof.ssa Lina Severino dell’Università di Catania, delegata del tema di studio distrettuale, che nel confermare la disponibilità dei Lions a collaborare al progetto Parco ha lanciato la proposta di indire concorsi di idee per le scuole e i professionisti del territorio, per creare maggiori occasioni di turismo rurale. Due sono invece gli ostacoli, secondo l’arch. Andrea Donsì, componente III circoscrizione Lions, che frenano le iniziative volte a ridare slancio allo sviluppo del territorio: l’incapacità al confronto dialettico tra le parti e la mancata consapevolezza e conoscenza dei beni che possediamo. Le associazioni del territorio giocano dunque un ruolo fondamentale all’interno dei laboratori di confronto per superare il gioco delle parti e mediare laddove la politica non riesce ad andare avanti. Durante la mattinata sono intervenuti inoltre Carmelo Duro, giornalista e scrittore, la prof.ssa Concetta Giuffrè Scibona, docente di Storia delle Religioni presso l’Università di Messina, la prof.ssa Carmela Maria Rugolo, docente di Storia Medievale all’ateneo peloritano, la dott.ssa Tommasa Siragusa, per il Demanio Culturale Soprintendenza BB.CC.AA di Messina e il dott. Rocco Scimone, soprintendente BB.CC.AA di Messina.
Al termine del convegno è stato firmato un protocollo di intesa tra il Lions Club Letojanni-Valle d’Agrò e l’istituendo Parco dell’Agrò, un atto formale che sancisce una collaborazione che è di fatto è già iniziata. A relazionare sul documento l’avv. Maria Elena Moschella presidente di Zona 8 Lions, l’avv. Gerolamo Barletta, presidente III Circoscrizione, il dott. Francesco Freni Terranova, I vice governatore Distretto 108YB e l’avv. Salvatore Giacona, past presidente del Consiglio dei Governatori

Il pubblico che ha assistito al convegno

 

Cnr e Università di Messina sposano il progetto. L’assessore Furnari: “La Regione sarà accanto ai Comuni”.
Nel pomeriggio il simposio “Proposte collettive per un nuovo modello di sviluppo sostenibile”, introdotto e moderato da Marco Saetti, ha fatto il punto sul lavoro svolto dal tavolo tecnico composto da professionisti e consulenti sotto la guida del geometra Santino Mastroeni, che dal 4 settembre dello scorso anno ha lavorato per sviluppare la migliore ipotesi per ridare slancio al territorio. Un anno di analisi e studi, esposto da Mastroeni, che ha portato a stabilire la centralità del torrente Agrò in un circuito che unisca le peculiarità del territorio, attraversato da una linea di demarcazione tra l’abbazia di San Pietro e Paolo e gli scavi archeologici di Scifì, a voler segnare il passaggio da un’area intensamente antropizzata, quale è quella a valle, alle zone a monte ancora preservate dalla mano dell’uomo. In mezzo il recupero delle aree golenali del torrente, la riqualificazione del percorso ecologico, la riscoperta dei siti di archeologia industriale, come la vecchia centrale idroelettrica, e la valorizzazione dell’antico acquedotto Consonni. Il Parco della Valle d’Agrò, così come ipotizzato da Mastroeni e dal team da lui guidato, potrà contare su quattro pilastri: un polo storico-culturale identificato con l’abbazia; un polo ambientale, grazie alla presenza delle gole di Passo Granciara; un polo sportivo, con gli impianti già esistenti a valle, e un polo emozionale, che raccolga antichi riti, tradizioni e usanze in quello che costituisce un vero e proprio museo dell’immateriale. Santino Mastroeni, nel suo intervento, ha voluto sottolineare come prima di pensare al turismo sia necessario creare una rete di coordinamento tra gli enti del territorio, utilizzando anche il prezioso contributo delle associazioni: i flussi di visitatori potranno godere dei beni della Valle d’Agrò solo se l’offerta sarà altamente qualificata e interamente fruibile.

Marco Saetti, Giusy Furnari e Santino Mastroeni


Hanno preso la parola in questi due giorni garantendo il massimo sostegno al costituendo Parco il presidente di Confindustria Messina, Alfredo Schipani; Salvo Brocato, vicepresidente Club Unesco Taormina; Santi Gentile, presidente Unpli Messina; Nunzio Santoro, in rappresentanza dell’Ordine degli Ingegneri di Messina; il presidente dell’Ordine degli Architetti di Messina, Giovanni Lazzari, il presidente dell’Ordine provinciale degli Agronomi, Felice Genovese e il presidente del Collegio dei Geometri della provincia di Messina, Carmelo Ardito, con cui il Comune di Casalvecchio Siculo ha già stipulato una convenzione nei mesi scorsi. Il sindaco Saetti ha annunciato inoltre l’interesse a seguire l’iter di costituzione del Parco da parte dell’Università degli Studi di Messina e del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che approfondirà gli studi sulla vallata ai fini della ricerca.
L’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Giusy Furnari, ha assicurato la propria disponibilità a sostenere le iniziative dei sindaci della Valle d’Agrò: “Non possiamo più permetterci di disperdere le poche risorse destinate alla tutela e valorizzazione dei beni culturali – ha sottolineato in chiusura di giornata –: le ricchezze dei territori vanno trasformate in sviluppo e occupazione”.

 

Collaborazione all’iniziativa arriva dei Comuni. Saetti: “La politica deve costruire e non inseguire”. Ecco i prossimi passaggi
Domenica la tavola rotonda “Dalle proposte collettive ad un modello di sviluppo condiviso” ha chiuso i lavori, dando spazio alle dichiarazioni di intenti da parte dei sindaci dei comuni coinvolti nel progetto e all’annuncio di quelli che saranno i prossimi passi. A moderare gli interventi il presidente del Consiglio dell’Unione dei Comuni delle Valli Joniche dei Peloritani, Fabio Orlando, affiancato dal presidente della Giunta dell'Unione, Filippo Ricciardi. “È arrivato il momento di tradurre le buone intenzioni in atti concreti – ha dichiarato Orlando –: la volontà politica è fondamentale per passare alla fase due. L’Unione sarà uno strumento utile anche per far leva alla Regione, oltre a rendersi disponibile fornendo i propri mezzi e le proprie conoscenze per agevolare la costituzione del Parco”. Via libera, quindi, alla fase esecutiva del progetto è stata confermata da Davide Paratore, sindaco di Antillo; Massimo Cacopardo, vicesindaco di Forza d’Agrò; Sebastiano Foti, primo cittadino di Furci Siculo; Filippo Ricciardi, sindaco di Limina; Santino Russo, sindaco di Roccafiorita e dal primo cittadino di Sant’Alessio Siculo, Rosanna Fichera. Assente il comune di Savoca, anche se il commissario straodinario Rossana Carrubba ha già manifestato la disponibilità del borgo savocese ad aderire all’iniziativa, mentre non è passata inosservata la mancanza del Comune di S. Teresa di Riva, che ha deciso di snobbare l’invito. “L’assenza di oggi non è un problema – ha assicurato Fabio Orlando -: il progetto Parco va avanti, ci auguriamo che in futuro possano unirsi agli altri otto comuni”.

Marco Saetti, Fabio Orlando e Filippo Ricciardi


Le conclusioni sono state affidate a Marco Saetti, sindaco di Casalvecchio Siculo: “La politica ha il compito di costruire e non inseguire – ha sottolineato – e ci muoveremo in sinergia con i comuni, gli ordini professionali, le associazioni e i cittadini per arrivare ad un progetto condiviso che avvii concretamente lo sviluppo della Valle d’Agrò. Ringrazio il geometra Santino Mastroeni e tutti i componenti del tavolo tecnico che hanno lavorato egregiamente in questo anno”.
Il prossimo passo sarà la sottoscrizione di uno schema di convenzione da parte dei singoli comuni, che dovranno poi sottoporlo al vaglio dei consigli comunali. Parallelamente si redigerà un piano concreto di interventi con 2-3 priorità, volto a recuperare anche i progetti già previsti in altri strumenti, come ad esempio il Prusst, utilizzando l’Unione dei Comuni per intercettare nell’immediato le risorse comunitarie, visto che l’iter di costituzione del Parco della Valle d’Agrò potrebbe richiedere tempi non brevi. Un piccolo ma significativo segnale di unità e collaborazione sarà la creazione di un logo identificativo del costituendo Parco: ad occuparsene sarà l'arch. Ketty Tamà.

Più informazioni: parco agrò  


COMMENTI

roberto maria moschella | il 29/09/2014 alle 21:34:26

Ben venga ogni iniziativa che promuova la conoscenza e valorizzi il territorio. Ma qualunque progetto serio deve essere realizzato secondo criteri rigorosamente scentifici, prevedendo, oltre alla realizzazioe delle opere, anche il prosieguo, cioe' la conduzione nel tempo delle stesse (esercizio,manutenzione e rigorosa vigilanza del territorio). In mancanza, sarebbe sperpero improduttivo di risorse pubbliche quindi frode a danno dei contribuenti. Proprio cio' che e' avvenuto fino adesso in Valle d'Agro'. - E' stato realizzato un restauro del complesso attorno all'Abbazia e dello spiazzo di ingresso stravolgendo i luoghi senza alcun criterio e distruggendo definitivamente il selciato e gli antichi muretti; - e' stato installato un nuovo portone mentre era doveroso restaurare il vecchio ( si poteva benissimo restaurare); -il casolare attiguo e' stato ringiovanito e intonacato senza tener conto che si trova accanto ad un monumento particolarissimo ( infatti guardando dalla valle non vi e' piu' armonia cromatica). Tale edificio da anni e' rigorosamente chiuso ed abbandonato. Mentre la parte absidale della chiesa soffre degli escrementi dei piccioni e sta mutando di colore.

roberto maria moschella | il 29/09/2014 alle 22:18:02

- Le opere fino adesso realizzate nella vallata, benche' ben progettate ed anche con gusto e sensibilita' estetica, si stanno deteriorando per mancanza di manutenzione. Anche la assenza di vigilanza concorre al degrado, in quanto giornalmente moto di grossa e piccola cilindrata percorrono a velocita' i ponti in legno che attraversano il torrente. Un turista che voglia fruire del meraviglioso camminamento che dalla marina porta all'Abbazia, spesso viene travolto dal polverone prodotto da motociclisti che con le moto da cross scorazzano assolutamente indisturbati per il camminamento pedonale. - anche quest'anno tale percorso pedonale e' stato sciaguratamente trattato con disserbanti, alla faccia dell'ecologia e tutela della salute. Continuando sul tema della vigilanza non si puo' non citare atti di vandalismo, scarichi di spazzatura, incendi dolosi tutti gli anni, accampamenti di nomadi e cani randagi, scarichi fognari a cielo aperto. Concludendo, non so se con questi presupposti si puo' sognare di realizzare ''poli magici'' in un territorio ''antropizzato'' da sub cultura di incivili ed tradizionali infingardi senza istruzione.

Pippo Sturiale | il 30/09/2014 alle 09:11:01

Qui siamo tutti istruiti !!! .... Ma non abbiamo cultura. C'è molta differenza tra istruzione e cultura: si può sapere tanto, ma se la memoria del nostro passato non è amata (anche in modo critico), se non andiamo fieri e "gelosi" delle cose buone e non cerchiamo di cambiare quelle azioni che hanno deturpato, allora tutta la nostra scienza e conoscenza andrebbe gettata alle ortiche. Il cemento è quello che abbiamo usato con i maggiori danni ... e ancora c'è chi parla di svincoli, porticciolo turistico con annessi e connessi ... quasi quasi non c'è più posto per noi ... meglio andare in Marocco. Ma io non mollo (vi piacerebbe!) romperò sempre la scatole agli istruiti senza cultura ... e con molti interessi ... concreti.

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