Martedì 23 Aprile 2024
Respinto anche dal Cga il ricorso presentato contro la sospensione sancita dalla Regione


Parco dell'Alcantara, Bruno De Vita non può tornare presidente

di Andrea Rifatto | 11/02/2015 | ATTUALITÀ

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Bruno De Vita. Sullo sfondo la sede dell'Ente Parco

Il Parco fluviale dell’Alcantara rimane commissariato. Dal Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo è arrivata infatti un nuova bocciatura all’azione intrapresa dall'ex presidente Bruno De Vita per tornare alla guida dell’Ente con sede a Francavilla di Sicilia, dove è già rimasto al vertice dal 3 agosto 2012 fino alla sospensione cautelare arrivata l’1 agosto 2013 con decreto dell’assessorato regionale del Territorio e Ambiente, in seguito al suo arresto nell’ambito dell’inchiesta sullo scandalo Formazione, relativa al periodo in cui era Vicario di Gabinetto presso l’assessorato regionale al Turismo. La Regione aveva preferito rimuoverlo dall’incarico nominando contestualmente l’ing. Mauro Verace come commissario straordinario con le funzioni di presidente, scelta ribadita con un nuovo provvedimento firmato il 24 giugno dello scorso anno con cui veniva confermato l’incarico commissariale all’ing. Verace “per garantire continuità all'azione amministrativa dell'Ente”. Contro quest’ultimo atto De Vita, difeso dall’avvocato Giovanni Randazzo, aveva proposto ricorso al Tar di Palermo, chiamando in causa la Presidenza della Regione, la Giunta regionale, l’Assessorato del Territorio e Ambiente e anche il Parco fluviale dell'alcantara e l’ing. Mauro Verace, che non si erano costituiti in giudizio, chiedendo l’annullamento dei due decreti assessoriali e della delibera della Giunta regionale che lo sospendeva dall’incarico. I giudici della prima sezione del Tar Sicilia, nella camera di consiglio dell’11 novembre scorso, avevano però respinto l’istanza, motivando la decisione con il fatto che i provvedimenti della Regione erano stati emessi nell’esercizio del potere-dovere e si basavano su valutazioni, in ordine alla gravità dei fatti, effettuate dalla Giunta regionale. In quell’occasione, inoltre, era stato specificato come le richiamate “esigenze cautelari” fossero quelle proprie della pubblica amministrazione, riferite alla tutela dell’interesse pubblico, e che il termine di efficacia del provvedimento amministrativo cautelare era implicitamente agganciato all’esito del processo penale, per il quale risultava pendente la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla competente Procura della Repubblica. Il Cga, nell’udienza del 3 febbraio scorso con relatore il consigliere Hadrian Simonetti, dopo aver ascoltato l’avvocato Randazzo e l'avvocato dello Stato Pignatone, ha confermato il verdetto del Tar, ritenendo che “anche alla luce di quanto dichiarato a verbale nella camera di consiglio, le esigenze cautelari indicate nell’ordinanza impugnata parrebbero trovare conferma e che ciò renda recessivo il pregiudizio dedotto dall’appellante”, respingendo dunque il ricorso di appello. Bruno De Vita, che in passato ha ricoperto anche la carica di presidente dell’Azienda Servizi Municipalizzati di Taormina e che alla vigilia dell’arresto era stato nominato assessore al Bilancio dal sindaco della Perla, Eligio Giardina, dovrà quindi attendere l’evolversi della vicenda giudiziaria che lo vede coinvolto per poter provare a tornare in sella al Parco fluviale dell’Alcantara, di cui fanno parte i comuni di Calatabiano, Castiglione di Sicilia, Francavilla di Sicilia, Gaggi, Giardini Naxos, Graniti, Malvagna, Mojo Alcantara, Motta Camastra, Randazzo, Roccella Valdemone e Taormina. 

Più informazioni: parco fluviale dell'alcantara  bruno de vita  

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