Giovedì 09 Maggio 2024
I fatti di Antillo emblema di un sistema che non garantisce il diritto alla salute


Paesi lasciati soli e ambulanze senza medico: "Noi sindaci ignorati da Asp e Regione"

di Andrea Rifatto | 10/12/2019 | ATTUALITÀ

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Il sindaco Paratore e l'ambulanza sul campo di Antillo

E se invece di una frattura il paziente fosse stato colpito da infarto o ictus, patologie dove il tempo è una variabile fondamentale per salvare una vita? Forse sarebbe accaduto il peggio, ma fortunatamente per questa volta non siamo qui a parlarne. Ciò che è avvenuto domenica ad Antillo è però emblematico di come intere zone del Messinese, in particolare collinari e montane, siano a forte rischio in caso di emergenza sanitaria, perché il primo presidio sanitario è troppo lontano. Allo stadio “Carlo Smiroldo” era in corso la gara di calcio tra Casalvecchio Siculo e Juvenilia valida per il campionato di I Categoria: quando mancava un minuto al termine, il difensore di casa Giancarlo Di Bartolo ha riportato in un contrasto la frattura di tibia e perone e dunque il gioco si è fermato in attesa dei soccorsi. Ma dopo la chiamata al 118 effettuata alle 16.54, prima di vedere giungere l’ambulanza ad Antillo (fino al 2012 sede di 118, chiusa perché effettuava solo 25-30 interventi l’anno e costava 500mila euro) è passata oltre un’ora: il mezzo della postazione di S. Teresa di Riva era impegnato e dunque è stato avvisato quello di Letojanni, che però si è dovuto fermare per strada per un problema al cambio (non si riusciva ad innestare le marce); così è partita una seconda ambulanza da Taormina, giunta ad Antillo alle 18.05 dopo 30 km di strada, non senza una “sorpresa”. A bordo, infatti, vi erano solo l’autista e il soccorritore e non il medico. Nel frattempo il giocatore è rimasto a terra e dopo l’arrivo del personale sanitario è stato caricato a bordo e condotto all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, dove è giunto intorno alle 19.15. “Un infortunio grave ma fortunatamente il ragazzo non era in pericolo di vita – commenta il sindaco di Antillo, Davide Paratore – altrimenti visti i tempi poteva verificarsi il peggio. Per fortuna sono intervenuti il dottore Saccà della Guardia medica e il dottore Smiroldo che si trovava sugli spalti a dare aiuto al ferito in attesa dell’ambulanza, il cui equipaggio si è comportato in maniera professionale”.

“Se fosse stato un giorno feriale, con la guardia medica chiusa e nessun medico in paese, quel giocatore avrebbe sofferto ancora di più, così come un cittadino bisognoso di cure”. Paratore, a nome di 30 sindaci tra Roccella Valdemone e Scaletta Zanclea, si era fatto promotore nelle settimane scorse di una richiesta all’Asp di Messina e all’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, di non depotenziare il 118 messinese dopo la circolare che limitava gli orari di lavoro dei medici a bordo dei mezzi di soccorso: "Non c'è stata alcuna interlocuzione e non abbiano ricevuto finora risposte" dice il sindaco di Antillo. L’Asp, però, il 29 novembre ha rassicurato che i medici 118 avrebbero potuto effettuare ore di straordinario per non lasciare sguarnite le ambulanze, “che resteranno così invariate” aveva dichiarati il diretto generale Paolo La Paglia. Ma evidentemente le ore non sono ancora sufficienti e in determinate fasce orarie della giornata l’ambulanza rimane senza medico. “La Regione pensa al modello Lombardia ma i politici dovrebbero conoscere i nostri territori e le nostre strade” aggiunge Paratore, che è già stato contattato da alcuni colleghi sindaci della zona tirrenica per portare avanti la battaglia a tutela dei cittadini. Che dunque va avanti.


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