Giovedì 09 Maggio 2024
Preso atto della sentenza del Cga dopo la vittoria del Comune contro la decisione del 2020


Nizza, in salvo il finanziamento per Palazzo Interdonato: la Regione annulla la revoca

di Andrea Rifatto | 24/02/2023 | ATTUALITÀ

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Palazzo Interdonato, edificio del XIX secolo sul corso Umberto I

Era l’atto finale che mancava e adesso il contributo è definitivamente salvo. La Regione siciliana ha infatti annullato il decreto di revoca del finanziamento per l’acquisizione e la ristrutturazione di Palazzo Interdonato a Nizza di Sicilia, per l’importo di 357mila 400 euro concesso nel 2012 fa tramite il Pist 17, a valere sul Po Fesr 2007-2013, per destinare l’edificio ad attività assistenziali. Il Dipartimento regionale della Famiglia e delle Politiche sociali, con decreto firmato dalla dirigente generale Maria Letizia Di Liberti, ha dato esecuzione alla sentenza del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo che lo scorso agosto ha accolto il ricorso d’appello presentato dalla precedente Amministrazione comunale, difesa dall’avvocato Nunziato Antonio Medina, contro l’Assessorato regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, la Presidenza della Regione, il Dipartimento regionale Programmazione e l’Ufficio speciale autorità di audit dei programmi coofinanziati, ribaltando così la sentenza del Tar di Catania emessa a giugno 2021. L’Assessorato ha ricevuto la sentenza e tutti gli atti dall’Avvocatura Distrettuale dello Stato di Palermo e dopo uno scambio di note con il Dipartimento della Programmazione e il presidente della Regione, non è pervenuto alcuni riscontro e dunque si è proceduto a dare esecuzione alla sentenza del Cga con l’annullamento del provvedimento di revoca del finanziamento emanato ad agosto 2020, con il quale la Regione aveva chiesto l’immediata restituzione di 329.641 euro già erogati come anticipazione, mentre per i restanti 27.759 euro era stata avviata la procedura di disimpegno dal bilancio regionale.

La Regione aveva contestato il mancato completamento dell’operazione entro il 31 gennaio 2017, termine ultimo fissato per avviare le attività finanziate con i fondi comunitari, in quanto a quella data la struttura situata sul corso Umberto I non era “né funzionante né posta in uso né fruibile dai destinatari” e la questione giuridica ruotava attorno alla definizione di edificio “funzionante” e “pronto all’uso”. I giudici del Cga, con una articolata sentenza, hanno ricostruito tutti i passaggi dall’ammissione a finanziamento nel 2012, passando per l’acquisto di Palazzo Interdonato con occupazione d’urgenza e appalto dei lavori nel 2013, esproprio nel 2014 e conclusione dei lavori nel 2015, con le ultime rifiniture interne completate il 15 dicembre 2017, ricordando come "il decreto dell’11 settembre 2012 contiene quale unica ipotesi di revoca del finanziamento il mancato utilizzo del contributo per le finalità in ordine alle quali era stato concesso e la condotta esecutiva dell’Amministrazione neppure pare contrastare in modo evidente con la decisione n. 2771/2015 della Commissione Europea, la quale, pur facendo riferimento alla condizione che i progetti siano funzionanti, ovvero completati e in uso, deve essere letta facendo riferimento al progetto così come approvato ex ante dall’Amministrazione regionale, che nel caso di specie fa espresso riferimento al fatto che la messa in funzione dell’opera sarebbe avvenuta per step successivi, lasciando quindi evidentemente intendere che il finanziamento concesso non avrebbe consentito di completare l’intera opera”.


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