Mercoledì 08 Maggio 2024
Revocato l'utilizzo del Centro diurno. Il governatore attacca l'Amministrazione


Letojanni, la "Misericordia" trascina il Comune in tribunale e viene sfrattata: è rottura

di Andrea Rifatto | 30/01/2021 | ATTUALITÀ

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L'ormai ex sede della Misericordia

Per molti è stato un fulmine a ciel sereno, per le parti coinvolte l’epilogo di un botta e risposta che nel giro di cinque giorni ha portato alla drastica decisione. L’Amministrazione comunale di Letojanni ha infatti revocato l’utilizzo dei locali dell’ex centro diurno alla Fraternita Misericordia “San Giuseppe”, che li utilizzava in concessione grazie ad un comodato del 2013, rinnovato nel 2017 e con scadenza fissata per il 15 giugno. Una decisione assunta ufficialmente perchè “il Comune ha necessità di riacquisire la disponibilità dei locali per poterli adibire ad usi istituzionali”, ma maturata dopo che l’associazione ha deciso di trascinare l’Ente in tribunale denunciando lo stato di pericolo in cui opera da oltre quattro anni a causa delle condizioni del cortile esterno della struttura di via Monte Bianco, per via di un muro di contenimento da cui si verificano continui distacchi di intonaco. La Misericordia, tramite l’avvocato Fabio Florio di Catania, ha infatti presentato un ricorso per denuncia di danno temuto contro il Comune e ha chiesto al giudice di emettere i provvedimenti più idonei, disponendo in particolare l’esecuzione immediata di tutti gli interventi necessari a restaurare l’edificio e ad eliminare la situazione di pericolo, disponendo idonea garanzia per eventuali danni subiti dall’associazione. Il giudice Milena Aucelluzzo della Prima Sezione Civile del Tribunale di Messina ha ordinato quindi la comparizione delle parti all’udienza già fissata per il 10 marzo. Una decisione, quella di intraprendere le vie legali, per nulla gradita dall’Amministrazione, che dopo il preavviso di revoca e la risposta del legale della Fraternita, che ha chiesto un congruo termine per liberare i locali, ha stabilito che l’associazione dovrà lasciare la struttura dall’1 marzo, con la contemporanea rimozione della tettoia, ma ha chiesto già da metà febbraio la disponibilità degli spazi esterni adibiti a parcheggio delle ambulanze per poter iniziare dei lavori di manutenzione. "Non è una ripicca" - dice il sindaco, che si è riservato di commentare la vicenda nei prossimi giorni.

 

Nel ricorso l’associazione lamenta come dal 2016 la zona adibita a parcheggio e/o sosta dei mezzi ha subito numerosi danni per via degli eventi atmosferici che hanno causato forti piogge e numerosi smottamenti di terreno, provocando la caduta di un albero e il distacco di buona parte dell’intonaco dalla parte alta del muro del muro perimetrale (alto 8 metri) di contenimento dei terreni sovrastanti il cortile, con ricaduta del materiale sulla tettoia di copertura delle autoambulanze e conseguente cedimento della stessa. “Nulla è stato fatto per mettere il luogo in sicurezza stante il rischio di ulteriore crollo di calcinacci e bacchette di ferro - scrive il legale - a tale situazione, dal 2016, anno della prima segnalazione bonaria sulle condizioni del muro, fino al mese di aprile 2020, hanno fatto seguito altri otto solleciti e una diffida. Nonostante gli inviti a prendere gli opportuni provvedimenti, al fine di evitare il più grave pregiudizio di danneggiamento di cose e/o persone, le numerose comunicazioni sono rimaste prive di riscontro e vi è il rischio che l’immobile subisca un danno grave e permanente”. Il 22 gennaio l’avvocato Florio ha scritto il Comune “per verificare la possibilità di trovare una soluzione transattiva al fine di evitare il giudizio” ma il sindaco Alessandro Costa ha risposto evidenziando che “Non posso esimermi dal mostrare tutto il mio rammarico per la vostra scelta di citare in giudizio il Comune senza cercare preventivamente una soluzione bonaria, tenuto conto anche del periodo emergenziale che il Comune si è trovato a dover fronteggiare impegnando tutte le risorse disponibili”. La Misericordia, però, ha ricordato come i numerosi solleciti del governatore Alessandro D’Angelo siano rimasti senza riposta e dunque “l’unica via praticabile per tentare di risolvere la questione altro non era che adire le vie legali”.

È stato un trentennale dal retrogusto amaro - commenta il governatore D’Angelo - siamo profondamente rammaricati (ma non meravigliati) per la situazione che si è venuta a creare e per il trattamento che è stato riservato all’associazione, presente da 30 anni sul territorio, in servizio attivo a favore soprattutto delle fasce più deboli, e lo siamo ancor di più considerata la data (casuale?) scelta dal sindaco per tale comunicazione. In tutti questi anni abbiamo promosso, a Letojanni e non solo, numerose attività a beneficio della popolazione, abbiamo promosso la cultura della solidarietà e della prevenzione sanitaria, per il bene comune abbiamo dato vita e/o sposato iniziative che hanno permesso all’associazione di uscire dai confini territoriali del comune portando con se con orgoglio l’appartenenza a Letojanni, abbiamo ripristinato il Servizio civile ed altre attività per i giovani di concerto con la Parrocchia ed assistere ai recenti fatti ci porta a porci numerose domande, in qualità di cittadini (in primis) e di volontari. Se oggi siamo in condizione di poter servire la popolazione, se oggi è stato possibile l’acquisto di una nuova ambulanza che va ad arricchire il nostro parco mezzi e i servizi sanitari che siamo in grado di offrire, è grazie anche al sostegno della popolazione, di fondazioni e di liberi professionisti, ai quali abbiamo l’obbligo di rendere conto dell’uso che facciamo delle loro donazioni (e ciò avviene in modo sistematico sui social). Ad oggi non ci risulta nessun riconoscimento istituzionale, neanche verbale (un grazie per esempio), del servizio che abbiamo svolto e svolgiamo con dedizione - prosegue il governatore della Misericordia - nonostante in occasione delle recenti festività natalizie è cosa nota che l’Amministrazione abbia proceduto a conferirne alcuni ad altre, assolutamente pregevoli, associazioni presenti sul territorio. E le ‘distrazioni’ negli ultimi otto anni sono state tante”. In merito alla “scintilla” che ha portato allo sfratto, D’Angelo evidenzia come il Comune non abbia adempiuto ai propri doveri in merito alla manutenzione straordinaria del muro, “volta alla prevenzione e previsione di eventi calamitosi (questo è quanto c’insegnano ai corsi di protezione civile, ma in questo caso segnalare è equivalso a silenzio prima e revoca dei locali dopo). Nessun tentativo di dialogo si è mai palesato, ma stante le premesse era prevedibile”. Poi una stoccata viene riservata al vicesindaco Antonio Riccobene, governatore della Fraternita Misericordia “San Giuseppe” dal 1991 al 2012: “Il rammarico è accentuato dalla consapevolezza che oggi tra gli amministratori ci sono ex volontari che contribuirono 30 anni fa alla fondazione dell’associazione, occupandone a vario titolo dei ruoli importanti al suo interno e oggi avallano tali decisioni, legalmente giuste ma moralmente discutibili. Una situazione spiacevole, insomma – conclude Alessandro D’Angelo – che però non deve spegnere l’entusiasmo dei volontari che ogni giorno si spendono a favore dei propri simili e non può compromettere un servizio pubblico come il nostro. Alla popolazione di Letojanni (e non solo) non verrà mai negato il nostro supporto comunque vada a finire questa spiacevole vicenda”.

Più informazioni: sfratto misericordia  


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