Giovedì 09 Maggio 2024
Replica della proprietà alle dichiarazioni in Consiglio sulla riapertura dell'impianto


Forza d'Agrò, il titolare del rifornimento smentisce il sindaco: "Impossibile spostarlo"

di Andrea Rifatto | 23/04/2023 | ATTUALITÀ

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Il rifornimento sulla via San Francesco

Arriva una secca smentita dalla proprietà del rifornimento carburanti di Forza d’Agrò alle dichiarazioni rese dal sindaco Bruno Miliadò nella seduta di Consiglio comunale di giovedì. Il primo cittadino ha risposto all’interrogazione della minoranza sostenendo, tra l’altro, che l’impianto in quel punto non potrà essere riaperto in quanto il Codice della Strada non lo consente, poiché in prossimità di una curva e in un tratto a senso unico, informando l’aula di aver ricevuto due anni fa, dopo un sopralluogo congiunto con la presenza di un vigile urbano, la disponibilità del proprietario a spostare il rifornimento alla fine della via San Francesco, all’ingresso del paese. Circostanza non testimoniata da alcun documento, come ammesso da Miliadò che ha specificato come si sia trattato di una discussione orale. “Non ho mai avuto un incontro con il sindaco di Forza d’Agrò - replica l’ingegnere Antonio Cavallaro, titolare del rifornimento - non mi ha mai proposto e non abbiamo mai visto l’area di cui parla dove spostare la struttura. Il nostro è un subentro e non un impianto ex novo, procedura che ovviamente avviene nello stesso luogo dove già esiste il distributore, che quindi non può essere spostato. Il Codice della Strada non c’entra nulla e lo conferma la circostanza che l’Ufficio tecnico, nel diniego alla concessione del suolo pubblico, non parla di problemi legati alle norme in materia di viabilità. Prendo atto - conclude Cavallaro - che il sindaco continua a negare ai suoi cittadini la grande opportunità di riavere un servizio come quello del rifornimento. Lo stesso Comune che contesta a me il pregiudizio al decoro urbano, permette ad altri di utilizzare il cortile dell’impianto come deposito. Mi riservo di adire le vie legali per le sue dichiarazioni in Consiglio”. A mettere un punto fermo alla vicenda potrebbe essere adesso il Tar di Catania.


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