Giovedì 09 Maggio 2024
Inviato un nuovo Piano urbano integrato al Governo dopo i rilievi di inammissibilità


Fondi Pnrr per i Comuni, la Città metropolitana prova a recuperarli. Escluso Alì Terme

di Andrea Rifatto | 31/03/2022 | ATTUALITÀ

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Il commissario ha firmato un nuovo decreto

Ci sono ancora speranze per i comuni della città metropolitana di Messina di ottenere le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che ha messo a disposizione 132 milioni di euro, di cui 44 per il capoluogo. Promesse e progetti delle amministrazioni locali sembrerebbero andare in fumo, perchè da Roma è arriva una bocciatura alla proposta di Piano urbano integrato “Rigenerazione e resilienza dei comuni” proposto dall'ex Provincia, che aveva previsto di assegnare 740mila euro ai comuni fino a 10.000 abitanti e 2 milioni a quelli più grandi. Adesso il commissario straordinario Leonardo Santoro ha firmato un altro decreto adottando un nuovo Piano, prendendo atto delle richieste (e delle lamentele) pervenute da tutti i Comuni e ritenendo non condivisibili le criticità emerse, modificando quello redatto in precedenza e basandosi adesso sull’indice Ivsm, che misura la vulnerabilità sociale e materiale dei territori, maggiore di 99. Esclusi in partenza gli interventi non in possesso dei requisiti per l’ammissibilità per Ivsm minore di 99 (Castel di Lucio, Ficarra, Floresta, Frazzanò, Longi, Piraino, Raccuja, Roccavaldina, Sinagra e Tusa), mentre per mancata comunicazione del codice unico di progetto è stato escluso l’intervento proposto da Alì Terme (costruzione campo da calcio-completamento I stralcio funzionale-740mila euro). Il nuovo Piano “Rigenerazione e resilienza dei comuni”, firmato dal dirigente Salvo Puccio e dal funzionario Roberto Siracusano, è stato quindi inviato al Ministero dell’Interno per l’ammissione al finanziamento. Secondo Palazzo dei Leoni, al di là delle criticità sollevate da Roma, tra gli interventi proposti dai comuni vi sono comunque progetti capaci di raggiunge il “rilevante impatto” sul territorio e che risultano funzionalmente e strategicamente unitari, sulla base di una strategia tematica di area metropolitana finalizzata alla rigenerazione urbana di ampie zone di territorio abbandonate e degradate, con l'obiettivo di aumentare i livelli di offerta di servizi alla persona.

TUTTI I PROGETTI DEI COMUNI INSERITI NEL PIANO

Il Ministero dell’Interno aveva ribadito la necessità di intervenire in vaste aree urbane da rigenerare in luogo di piccoli interventi frazionati sul territorio, evidenziando preoccupazione sull'eccessiva frammentazione degli interventi inseriti nel Piano, “dovendo avere i progetti un rilevante impatto sul territorio metropolitano, gli stessi non possono essere frazionati in micro progetti perchè verrebbe meno proprio l’obiettivo di raggiungere il rilevante impatto”. Il Governo ha infatti specificato che “i progetti che compongono il Piano, per essere ammissibili, devono risultare funzionalmente e strategicamente unitari, sulla base di strategie tematiche di area metropolitana” e non può essere considerata strategia tematica la rigenerazione, in generale, di edifici pubblici, ma deve essere legata ad obiettivi di impatto socio economico”. La Città metropolitana è andata avanti sulla linea prescelta e il 15 marzo la proposta “Rigenerazione e resilienza dei comuni” non è stata riconosciuta ammissibile dal Ministero dell’Interno, che però ha indicato “l'esigenza di dare la possibilità di presentare Piani urbani sulla base di strategie tematiche, anche ricadenti su comuni diversi dal comune capoluogo e di dare, conseguentemente, indicazioni più sull'Ivsm di riferimento per l'individuazione delle aree sub-comunali e/o dell'area metropolitana, sempre nella obbligatorietà di intervenire su aree urbane con Ivsm superiore a 99 o superiore alla mediana”. 

Per l’ex Provincia, comunque, gli interventi del Piano “risultano funzionalmente e strategicamente unitari in quanto collegati alle attività ed ai servizi alla persona, nonché rilevanti per capacità di generare un impatto socio-economico scaturente da analisi dei fabbisogni ed in grado di centrare l'obiettivo generale dell'inclusione sociale di ampie fasce di popolazione, costrette alla marginalità economica e sociale”. Inoltre è stato evidenziato come lo stesso spopolamento ha come conseguenza impatti diretti ed indiretti in termini di costi e spese per la manutenzione dei territori in generale e le azioni che mirano a garantire i servizi pubblici essenziali nei piccoli centri ampliano i connotati di resilienza alla tendenza allo spopolamento. In sostanza, dunque, investimenti sul territorio come quelli proposti dai sindaci a valere sul Pnrr “garantiscono la possibilità di insediare servizi, praticare attività sportive, fruire dei luoghi e delle ricchezze artistiche, culturali ed ambientali dei territori, mitigando la necessità di accentrare gli stessi servizi nei centri maggiori con conseguente spopolamento delle realtà locali”.


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