Venerdì 19 Aprile 2024
Lettera a sindaci e dirigenti scolastici del commissario Filippo Romano


"Strade e scuole a rischio vanno chiuse”: ex Provincia di Messina senza fondi

di Andrea Rifatto | 22/02/2016 | ATTUALITÀ

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Frane e crolli mettono a rischio la circolazione

Sempre più critica la situazione finanziaria dell’ex Provincia regionale di Messina, oggi Città metropolitana. Nei giorni scorsi il commissario straordinario dell’ente, Filippo Romano, ha inviato una nuova lettera ai sindaci dei 108 comuni della provincia e ai dirigenti degli istituti scolastici superiori ribadendo quanto già annunciato nella prima missiva del 5 novembre, ossia che l’Amministrazione provinciale deve fare i conti con una profonda crisi finanziaria ed economica che mina la sopravvivenza dell’ente locale privando allo stesso tempo  la collettività dell’erogazione di servizi pubblici essenziali. “Di fatto, non soltanto questa amministrazione non è più in grado di sostenere spese per interventi straordinaria – scrive Romano – ma si trova costretta a ridurre al massimo anche la manutenzione ordinaria mettendo a rischio quelle che sono le funzioni fondamentali della manutenzione dell’edilizia scolastica e della viabilità provinciale. Corre, pertanto, ancora una volta l’obbligo di ribadire ai sindaci e ai dirigenti scolastici che qualunque problematica relativa alla viabilità e/o edilizia scolastica che non possa essere risolta in via ordinaria con l’utilizzo delle risorse umane e strumentali di sui dispone l’Ente, comporterà necessariamente la chiusura dei tratti stradali o degli edifici a rischio, ricordando che non essendoci alcun margine decisionale, gli unici investimenti che sarà possibile portare avanti sono quelli specificatamente finanziati da risorse regionali o comunitarie”. La nota è stata inviata per conoscenza alla Regione, al Prefetto, alla Corte dei conti di Palermo, alle Procure di Messina e Patti, all’Ufficio scolastico regionale e provincia e alle sigle sindacali. 

Malgrado l’impegno e la responsabilità profusi nell’attuare una politica di contenimento della spesa con interventi mirati al taglio dei fitti passivi, alla vendita degli immobili del patrimonio provinciale e alla riduzione delle spese per piccola manutenzione e utenze, le casse dell’ex Provincia sono sempre più vuote. Tra l’altro la Sicilia, non avendo recepito la normativa nazionale in materia di riforma delle Province, ha già perso i finanziamenti nazionali destinati a scuole e strade, e stando al testo della Legge di Stabilità nazionale varata a dicembre, non li otterrà fino al 2021, con un danno stimato di oltre 400 milioni di euro. Romano spiega come il contributo richiesto dallo Stato all’ente provinciale è stato di 8,562 milioni per il 2015 e che sarà di 17 milioni per il 2016 e 25 milioni per il 2017. Pesa poi notevolmente il taglio dei trasferimenti erariali da parte dello Stato: a fronte di uno stanziamento storico di 30 milioni di euro fino al 2010, l’assegnazione è stata ridotta a circa 22 milioni nel 2011, 10 milioni nel 2012, 2 milioni nel 2013 e a sole 604mila euro nel 2015, per azzerarsi totalmente nel 2015. Ma non è tutto: il governo nazionale chiede anche le somme provenienti dalle entrate tributarie proprie dell’Ente (Rca, Tefa, Ipt) che attualmente sono circa 48 milioni di euro annui, alle quali vanno ad aggiungersi altri 12 milioni provenienti da finanziamenti regionali e comunitari.
Per effetto di tali riduzioni il Bilancio dell’ex Provincia di Messina è sceso dai 90 milioni di euro storicizzati fino al 2010 a circa 62 milioni del 2014, 54 milioni nel 2015 e dovrà ridursi ulteriormente a 45 milioni di euro nel 2016 e 36 milioni nel 2017. A fronte di ciò la Città metropolitana spende ogni anno 38 milioni per il personale, a cui vanno aggiunte le spese fisse.

Una situazione drammatica che peggiora ogni anno e che rischia di causare effetti nefasti sui comuni del territorio, dove la chiusura di una scuola, o ancor peggio di una strada, significherebbe in molti casi isolare interi centri abitati serviti da un’unica arteria, con forti ricadute negative sui cittadini e sull’economia locale. 


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