Giovedì 09 Maggio 2024
Sentenza del Tribunale civile che dopo 26 anni riconosce le somme al marito e nove figli


Donna morì dopo il parto a Taormina, Asp e medico condannati a risarcire due milioni

di Andrea Rifatto | 04/01/2024 | ATTUALITÀ

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Il decesso avvenne nell'estate del 1997

Per avere piena giustizia hanno dovuto attendere 26 lunghi anni e solo adesso la vicenda può dirsi definitivamente chiusa. Il Tribunale civile di Messina ha messo infatti la parola fine sul caso di Maria Rita Di Dio, la donna di Roccella Valdemone che il 31 luglio 1997 morì dopo il parto all’ospedale “San Vincenzo” di Taormina, condannando l’Asp di Messina e un medico allora in servizio nella struttura ospedaliera di contrada Sirina al risarcimento di 2 milioni di euro di danni ai familiari. La sentenza del giudice Francesco Catanese ha infatti stabilito che “del decesso di Di Dio Maria Rita sono corresponsabili l’Asp n. 5 e Bambara Giuseppe”, ginecologo che seguì allora la donna, in accoglimento della domanda formulata dal marito e dai nove figli, rappresentati dall’avvocato Salvatore Pagano che assiste sin dall’inizio la famiglia in questa triste vicenda. Il Tribunale ha quindi condannato l’Asp e il medico al risarcimento del danno biologico subito dal marito (anche nella qualità di genitore unico esercente la paria potestà su tre figli all’epoca minorenni) e dai figli, liquidato in 199mila 766 euro ciascuno, tra rivalutazioni e decurtazioni, oltre al pagamento di spese di giudizio, onorari del legale e spese delle consulenze, per un ammontare di 1 milione 998mila 903 euro per gli eredi della vittima e 49mila 263 euro al loro legale, per un esborso totale di 2 milioni 048mila 265 euro. La famiglia ha accettato le somme come acconto ritenendo vi siano difformità rispetto al criterio di liquidazione stabilito in sentenza e si è riservata di agire per vederle riconosciute nella misura che ritiene corretta. L’Asp ha deciso di dare esecuzione alla sentenza (divenuta ormai definitiva) e provvedere al pagamento e alla liquidazione dei risarcimenti, anche per evitare ulteriori aggravi, e dopo avere ha diffidato il dottor Giuseppe Bambara nella qualità di coobbligato solidale al pagamento delle somme, inviando una comunicazione al suo legale senza però ricevere risposta, gli ha notificato la sentenza tramite ufficiale giudiziario. 

In quell’estate di 26 anni fa Maria Rita Di Dio partorì all’ospedale di Taormina e poi fu sottoposta ad un intervento di atonia uterina in seguito al quale sorsero però complicazioni, che la portarono al decesso: sul caso venne aperta un’inchiesta con il rinvio a giudizio di tre medici davanti il Tribunale di Taormina e il processo penale si concluse con la prescrizione degli imputati dall’accusa di omicidio colposo sia in primo grado che in appello. Alcuni sanitari erano coperti da assicurazione e la stessa Asp (allora Usl 5) richiese l’intervento della compagnia assicurativa aziendale, che però fece presente come la polizza non fosse operativa in quanto al momento del decesso era sospesa per mancato pagamento del premio. Dunque nel 2010 l’avvocato Pagano ha diffidato l’Asp e il ginecologo Bambara al risarcimento dei danni subiti dagli aventi causa della donna roccellese per le errate cure e il conseguente decesso e nel 2011, falliti i tentativi di accordo, ha notificato l’atto di citazione davanti al Tribunale di Messina per l’accertamento delle responsabilità, stabilite adesso in sede civile. Nel giudizio l’Azienda sanitaria era difesa dall’avvocato Vincenzo Proiti. 


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