Giovedì 09 Maggio 2024
Denunciati ritardi del Comune e lanciato l'allarme sulle attività bloccate dai lavori


"Dichiarata la morte sportiva dell'Atletica Savoca, non andremo via senza una nuova pista"

di Andrea Rifatto | 30/10/2023 | ATTUALITÀ

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Oltre 200 atleti rischiano di non avere più spazi per allenarsi

“Da dieci anni facciamo sacrifici e i risultati non arrivano per caso, vogliamo dare un futuro ai nostri ragazzi e da qui non ci sposteremo fin quando non ci sarà il nuovo impianto sportivo”. C’è delusione, rabbia ma voglia di non mollare nelle parole dei vertici dell’Atletica savoca, che hanno tenuto una conferenza stampa al Centro sportivo polifunzionale davanti atleti e famiglie che temono di essere sfrattati dal cantiere del raddoppio ferroviario. La presidente Manuela Trimarchi e l’allenatore Antonello Aliberti hanno lanciato un grido d’allarme denunciando come il Comune non si sia mosso per tempo negli anni scorsi per chiedere la costruzione di una nuova pista di atletica come opera compensativa, visto che nel 2019, quando è stato approvato il progetto in Consiglio comunale, è stato chiesto solo lo spostamento dei campi da calcetto e tennis. Nel 2020 l’Atletica Savoca ha scoperto che il viadotto ferroviario tra Sant’Alessio e Savoca avrebbe tagliato in due la pista e ha informato l’Amministrazione, che si è attivata l’anno dopo arrivando nei mesi scorsi alla redazione di un progetto da 3,3 milioni di euro per un nuovo impianto più a monte. I tempi non saranno brevi e la società teme di rimanere tra non molto senza spazi per gli allenamenti degli oltre 200 atleti iscritti. “È una tragedia sportiva, sociale, umana e comprensoriale - dicono Trimarchi e Aliberti - per noi è stata dichiarata la sentenza di morte sportiva. Non si doveva arrivare a questo punto, siamo la prima o la seconda società in Sicilia e adesso ci ritroviamo vittime, soli e nel baratro. Abbiamo scoperto che Rfi non era tenuta a costruire una nuova pista, ci siamo ribellati tirando fuori la nostra storia e si sono compenetrati nella nostra situazione, soprattutto l’ingegnere Maurizio Infantino che ringraziamo, e hanno capito la grave situazione annunciando che avrebbero fatto rientrare il nuovo impianto come indennizzo. Se sarà realizzato è solo grazie alla fortissima spinta dell’Atletica Savoca, siamo stati anche dal ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che ha capito la grave situazione e ci ha garantito che si sarebbe impegnato. 

A Savoca è giunto anche il presidente della Fidal Messina, Nunzio Scolaro, per supportare la società, gli atleti e le famiglie: “È una situazione che lascia basiti - ha detto - bisogna combattere per il diritto a fare sport e la possibilità di ospitare qui anche manifestazioni importanti. Bisogna resistere, avete il mio appoggio e non siete soli. Spero che in due-tre anni si abbia il nuovo impianto”. Attualmente gli atleti si allenano sui 300 metri rimasti dell’anello ma temono di dover lasciare l’impianto nel momento in cui verranno costruiti i piloni del viadotto: “Questa è l’unica pista tra Messina e Giarre, non ci sono alternative e non possiamo correre in strada - sottolinea Aliberti -  confidiamo nell’aiuto di Rfi, ci hanno promesso che realizzeranno un rettilineo di 30 metri e un’altra piccola area per il salto in alto, ma nonostante il loro solerte impegno le soluzioni non risolvono assolutamente le problematiche e sono bastevoli per una fase transitoria molto breve”. E il Comune? “Da giugno non l’abbiamo più visto, non siamo mai stati trattati come meritavamo - dice Aliberti - nei primi mesi del 2023 sono stato nominato consulente a titolo gratuito per la realizzazione della nuova pista, mi è stato detto che il mio ruolo sarebbe stato ratificato ufficialmente ma il Comune non l’ha fatto. In ogni caso con grandissimo piacere mi sono dedicato al progetto, ho contattato  gli Uffici Impiantistica Sportiva della Fidal e il presidente nazionale Stefano Mei, che ci ha subito ascoltati e ha manifestato forte interesse anche a dialogare con Rfi, e ho fatto avere ai progettisti incaricati tutte le indicazioni. Poi non sono stato più contattato e ho saputo ufficiosamente che il progetto al quale avevo dato indicazioni è stato cambiato. Saranno mesi e forse anni durissimi, ma non ci arrendiamo”.


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