Sabato 20 Aprile 2024
Saetti ha affittato una cassetta in banca per l'oro. Si lavora su telecamere e allarme


Casalvecchio, il sindaco scrive alla Curia: "La comunità vuole risposte". LA LETTERA

di Redazione | 03/02/2017 | ATTUALITÀ

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Il sindaco Marco Saetti durante l'assemblea popolare

Il sindaco di Casalvecchio Siculo, Marco Saetti, ha inviato una lettera al vescovo dell'Arcidiocesi di Messina, mons. Giovanni Accolla, e alla Curia di Roma, in merito al furto dell'oro di Sant'Onofrio perpetrato nella notte tra martedì e mercoledì nel museo parrocchiale. Dopo aver esposto l'accaduto, il primo cittadino ha chiesto "risposte precise, puntuali, esaustive sul perchè siano stati commessi tanti errori, pagati in modo drammatico dalla comunità casalvetina, incolpevole e violentata nei sentimenti più profondi. Si attende un atto di assunzione di responsabilità e di coraggio da parte di chi doveva tutelare ciò che negli anni la comunità gli aveva affidato - ha scritto Saetti - e si chiede che gli ori delle parrocchie di Misitano e Rimiti, che non sono in sicurezza, vengano depositati in banca dopo essere scrupolosamente catalogati: non vorremmo che si aggiungesse al danno anche la beffa". Il sindaco ha precisato inoltre di aver già contattato le ditte per il ripristino degli apparecchi di sicurezza a protezione del museo (videosorveglianza e allarme) e a breve inizieranno i lavori. Lo stesso Saetti questa mattina ha affittato a proprio nome una cassetta di sicurezza in banca per tutelare i preziosi rimasti.


La lettera inviata da Saetti al vescovo di Messina e alla Curia di Roma

Eccellenze,

chi vi scrive a nome di tutta la Comunità è il sindaco di Casalvecchio Siculo, un piccolo paese del messinese ricco di storia, arte, cultura e tradizione. Nella notte tra il 31 gennaio e il 1° febbraio ignoti sono entrati nel Museo parrocchiale, spogliando la Comunità non solo di un grande patrimonio (gli ori di Sant’Onofrio Patrono del paese e della Madonna Annunziata), ma anche della sua Identità. Il luogo del delitto, il Museo parrocchiale, al momento del furto era ancora più precario ed attaccabile di quanto non lo sia in condizione di normalità. Il sistema di allarme antintrusione era guasto da tempo e il servizio di videosorveglianza era inopinatamente spento dal 5 gennaio. Le telecamere, se funzionanti, avrebbero potuto fornire elementi importanti agli investigatori nel loro lavoro. Investigatori e Carabinieri si sono immediatamente attivati e, ai quali va il ringraziamento di tutta la Comunità. La parte più delicata e sensibile di questo sistema di videosorveglianza, ovvero il pannello di controllo e il gruppo di continuità, erano posti in luogo aperto, dove facilmente chiunque poteva manometterlo e danneggiarlo. Dabbenaggine. Entrambi gli interventi sono stati realizzati col contributo di tutta la Comunità Casalvetina. Gli “ori” di Sant’Onofrio, oltre 800 pezzi come risulta da documenti, erano: collane, anelli, bracciali, medaglioni di pregevole fattura, mentre altrettanto pregevoli erano gli ori della Madonna Annunziata, anche se al momento sembra non essere mai stati catalogati. Questi erano l’espressione più profonda e sincera del culto e della venerazione che la Comunità Casalvetina aveva e continua ad avere per Sant’Onofrio e la Madonna Annunziata. Molto spesso, soprattutto nel passato, erano il frutto di una scelta difficile e drammatica tra la fame e il dono al Santo Patrono. Non sono descrivibili il dolore, lo sgomento, lo sconforto, l’amarezza che hanno attanagliato l’intera Comunità fin dal primo diffondersi della notizia e che poi sono esplosi nell’Assemblea popolare tenuta nella Sala Consiliare nel pomeriggio del 1° febbraio con il Consiglio comunale autoconvocato. In quella sede sono venuti fuori, e non poteva essere altrimenti, la rabbia e lo sdegno per come il grave episodio era maturato. Sono venuti fuori considerazioni e domande alle quali non si è potuto dare risposte.

Fino ad alcuni anni fa gli ori venivano custoditi in banca e portati in paese solo in occasioni delle solenni festività. Qualcuno ha interrotto questa corretta procedura, esponendo con leggerezza e superficialità questo immenso Patrimonio a rischio furto, cose che oggi purtroppo si è verificato. Perché un inestimabile patrimonio della Comunità Casalvetina non è stato tutelato correttamente? Chi e sulla base di quale valutazione del rischio ha deciso di non depositare più gli ori in banca ma all’interno del Museo Parrocchiale, che sicuramente non è un luogo idoneo a custodire tale patrimonio? Perché chi si è succeduto nel tempo non ha pensato di tornare alla corretta procedura degli anni passati? Ancora oggi gli ori delle Parrocchie di Misitano e Rimiti non sono in sicurezza. Si chiede che, dopo essere scrupolosamente catalogati, vengano depositati in banca: non vorremmo che si aggiungesse al danno anche la beffa. Il risultato di tutti questi errori, leggerezze, superficialità, dabbenaggine è purtroppo drammatico, chi ha pagato in maniera pesante senza esserne colpevole è la Comunità di Casalvecchio Siculo, che è stata violentata nei sentimenti più profondi. Le domande poste con estrema chiarezza devono avere risposte precise, puntuali, esaustive. Un’intera Comunità attende un atto di assunzione di responsabilità e di coraggio da parte di chi doveva tutelare ciò che negli anni la comunità gli aveva affidato.

Più informazioni: furto oro casalvecchio  


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