Venerdì 19 Aprile 2024
Chiesto l'intervento della Soprintendenza per verificare la stabilità della colonna


Appello per l'abbazia dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò: "Un pilastro rischia di crollare"

di Andrea Rifatto | 29/01/2017 | ATTUALITÀ

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Il pilastro che presenta la base consumata

A lanciare l’allarme è stato l’architetto e storico locale Salvatore Coglitore: uno dei pilastri che sorregge l’abbazia arabo-normanna dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò rischia di collassare provocando il crollo della struttura. “Il primo pilastro entrando sulla destra non poggia in modo uniforme sulla base posta sul pavimento – ha spiegato Coglitore – in quanto tra la colonna e il basamento si è creato un vuoto e se viene a mancare l'appoggio da un lato può verificarsi l'effetto scivolamento. Non vorrei creare allarmismi ma credo sia doveroso da parte della Soprintendenza ai Beni culturali e ambientali di Messina, anche come proprietaria dell’immobile, intervenire per un immediato sopralluogo, sia per l’incolumità dei visitatori che per la salvaguardia del nostro gioiello architettonico”. La questione ha suscitato preoccupazione tra gli estimatori della straordinaria opera di architettura edificata nel 1117 e restaurata tra il 1170 e il 1172 da Gherardo il Franco su una collinetta della fiumara d’Agrò, in territorio di Casalvecchio. “Ricordiamoci che per l’abbazia, che quest’anno compie 900 anni, è stata inoltrata richiesta di riconoscimento all’Unesco quale Patrimonio dell’umanità – ha aggiunto l’architetto santateresino – e sarebbe utile anche un controllo alla struttura per verificare se sia idonea dal punto di vista sismico”.

L’appello non è caduto nel vuoto: il vicesindaco di Casalvecchio, Carmelo Palella, si è recato personalmente a verificare lo stato del pilastro per capire da vicino la situazione: “Ho chiesto a più persone se lo ricordavano integro e anche se da più di 50 anni si trova in questo stato, chiederemo un intervento di recupero e restauro alla Soprintendenza, anche se a mio avviso non ci sono particolari cedimenti che possono causare il crollo” – ha detto l’amministratore casalvetino, che insieme al sindaco Marco Saetti si è attivato per avvisare gli organi competenti. Come testimoniato da molti, la base si è consumata nel corso dei decenni in quanto l’edificio era adibito un tempo a stalla e alla base di quel pilastro venivano legati gli animali con catene di ferro, che hanno consumato l’appoggio in pietra arenaria, mentre il pilastro è in granito. L’auspicio è che la Soprintendenza accerti celermente lo stato della colonna e intervenga se necessario. In tal senso sono già giunti segnali positivi da parte dei funzionari e si attende una verifica sui luoghi.


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