Giovedì 09 Maggio 2024
No alle istanze cautelari contro l'adesione. Via libera alla gara per il socio privato


Acquedotti a Messinacque, il Tar rigetta la sospensiva a 9 Comuni e rinvia tutto al 2024

di Andrea Rifatto | 08/11/2023 | ATTUALITÀ

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I sindaci tentano lo stop al nuovo "carrozzone"

Arriva uno stop dal Tar di Catania per i nove Comuni della provincia di Messina che hanno intrapreso una battaglia giudiziaria contro l’Assemblea territoriale idrica di Messina sull’adesione “forzata” alla “Messinacque Spa”, società a capitale misto pubblico (51%) e privato (49%), per la gestione del servizio idrico integrato. Oggi la Quinta Sezione del Tribunale amministrativo etneo ha rigettato le richieste di sospensiva presentate dalle amministrazioni comunali di Messina, Letojanni, Librizzi, Montagnareale, San Piero Patti, San Pier Niceto, San Filippo del Mela, Montalbano Elicona e Mistretta, finalizzate a bloccare le deliberazioni dei commissari ad acta che hanno deciso (con i poteri del Consiglio comunale) di far aderire i Comuni a “Messinacque Spa”, i decreti del presidente della Regione con il quale sono stati nominati i commissari e tutte le deliberazioni adottate dai commissari ad acta. Letojanni, Messina, Mistretta, San Pier Niceto e San Filippo del Mela aveva anche fatto ricorso anche contro la procedura di selezione del socio privato operativo della costituenda società, alla quale sarà affidata la concessione del servizio idrico integrato per l'Ambito territoriale di Messina e fino ad oggi era stata inibita la procedura di aggiudicazione della gara. Il Tar ha rigettato le istanze cautelari presentate contro l’Assessorato regionale dell’Energia e dei Servizi di Pubblica Utilità, l’Assemblea territoriale idrica di Messina (rappresentata dagli avvocati Fabrizio Tigano ed Antonino Criscì) e i commissari ad acta (eccetto Letojanni) e ha fissato la trattazione di merito dei ricorsi all’udienza pubblica del 27 febbraio 2024. 

Il Tar ha stabilito che “in disparte gli evocati profili di tardività dell’impugnazione, la riorganizzazione del servizio idrico integrato dell’Ati Messina costituisce obiettivo Pnrr, rispetto al quale l’attivazione dei poteri sostitutivi appare, ad un primo esame, giustificato dalla inerzia serbata dagli organi dell’Assemblea rispetto ad un puntuale obbligo sancito dalla previsione normativa di settore”. I giudici hanno specificato che “in virtù del principio di unitarietà della gestione del servizio idrico a livello di ambito fissato dal D. Lgs. 152/2006, le relative competenze amministrative spettano all’ente di governo dell’ambito, con conseguente obbligo di adesione alle scelte organizzative decise dall’Ati” e che “nel bilanciamento degli opposti interessi, la complessità delle questioni e la non manifesta fondatezza delle censure attinenti la scelta del modello di gestione del servizio, tenuto anche conto che le pregresse indicazioni da parte degli enti consorziati non si sono concretizzate in una determinazione finale, inducono a fissare con sollecitudine la trattazione nella più adeguata sede di merito”. Per il Tar, dunque, “in relazione alle censure relative alle regole di funzionamento e gestione della costituenda società mista, non emerge un pregiudizio connotato da attuale irreparabilità”. La regolazione delle spese è stata rinviata alla definizione complessiva della controversia. La scelta di impugnare al Tar gli atti di Regione e Ati era stata assunta nel corso del confronto tra i sindaci che si è svolto il 2 settembre alla Città metropolitana, quando buona parte degli amministratori messinesi avevano ribadito la loro contrarietà ai commissariamenti che sconfessano la volontà democratica ed espropriano i Consigli comunali dei propri compiti. Solo pochi Comuni, però, hanno poi effettivamente presentato i ricorsi amministrativi.

Nei giorni scorsi l’Assemblea territoriale idrica di Messina ha prorogato nuovamente, questa volta fino al 29 novembre, il termine di presentazione delle offerte per la gara finalizzata alla selezione del socio privato operativo, per l’importo di 2 milioni 569mila 505 euro. Le procedura di gara vanno dunque avanti e questa volta giungeranno probabilmente al termine visto che il Tar non ha posto alcun freno alle attività dell'Ati.


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